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Governance economica: conclusioni del gruppo di lavoro

Il Gruppo di lavoro ha presentato la relazione contenente le proprie conclusioni il 21 ottobre 2002; essa è rinvenibile al sito:
http://register.consilium.eu.int/pdf/it/02/cv00/00357i2.pdf

Per la consultazione della scheda riassuntiva delle conclusioni si rimanda al sito:
http://european-convention.eu.int/docs/meetings/6-IT.pdf

Il Gruppo innanzitutto ha raccomandato che gli obiettivi economici e sociali dell'Unione fossero inclusi nel futuro trattato costituzionale. Inoltre, seguendo la stessa ripartizione del proprio mandato, il Gruppo è giunto alle seguenti conclusioni.

Politiche monetarie

Il Gruppo riafferma che la politica monetaria europea rimane di competenza esclusiva della Comunità che la esercita tramite l'azione della Banca Centrale Europea in base alle competenze che le sono attribuite dall'attuale trattato.

Inoltre, nonostante siano state avanzate diverse proposte su cui non si è raggiunto alcun decisivo consenso, il Gruppo, alla luce dell'allargamento a Est, ha ammesso l'importanza di modificare l'art. 10, par. 2, dello Statuto della BCE relativo ai metodi di lavoro del Consiglio Direttivo e ha invitato la BCE e/o la Commissione ad avvalersi della clausola di abilitazione, prevista dal Trattato di Nizza, per fare proposte di modifica dell'articolo stesso, non appena il Trattato di Nizza entrerà in vigore.

Politiche economiche

La Politica Economica rimane di competenza degli Stati membri; tuttavia, il Gruppo stesso ritiene che le politiche economiche degli Stati siano una "questione di interesse comune" (art. 99 del TCE), pertanto sottolinea la necessità di realizzare un miglior coordinamento tra di esse.

Lo stesso Gruppo di lavoro presenta dei suggerimenti volti al rafforzamento del processo di coordinamento delle politiche economiche.

Indirizzi di massima per le politiche economiche

Gli indirizzi di massima per le politiche economiche sono il principale strumento di sostegno del coordinamento delle politiche economiche, in quanto esse sono considerate una "questione di interesse comune".

Tale tipo di misure è adottato dal Consiglio dell'Unione, tuttavia, è stato proposto di rafforzare il ruolo della Commissione attribuendole il diritto di fare una proposta formale anziché una raccomandazione. Inoltre, in caso di mancata osservanza di tali indirizzi, la Commissione dapprima rivolgerebbe allo stato interessato un avvertimento sulla sua condizione di inottemperanza, dopodiché nel caso in cui lo Stato non adottasse le misure del caso, allora il Consiglio dell'Unione adotterà le misure necessarie (escludendo dal voto lo Stato membro interessato), su proposta della Commissione.

Secondo il Gruppo, inoltre, il Parlamento Europeo dovrebbe essere consultato in tale ambito.

Patto di stabilità e di Crescita

Il Gruppo ritiene che il Patto non debba rientrare nel trattato costituzionale, in quanto esso è uno strumento politico finalizzato all'attuazione delle disposizioni del trattato.

In merito alla questione legata al Patto di Stabilità e Crescita, il Gruppo ritiene che il coordinamento finanziario e di bilancio degli Stati membri con l'obiettivo della stabilità monetaria per la realizzazione di una solida crescita economica, risulta essere una questione di grandissimo interesse comune, pertanto propone, per quel che riguarda le disposizioni relative alle procedure previste per i disavanzi eccessivi (art. 104, TCE), l'attribuzione alla Commissione dell' incarico di lanciare il primo allarme allo Stato interessato da un eventuale disavanzo, dopodiché, in caso di mancato adempimento da parte dello Stato, spetterà al Consiglio dell'Unione decidere, a maggioranza qualificata, le misure da adottare, sempre però su proposta della Commissione ed escludendo dal voto lo Stato interessato.

Fra le competenze condivise dell'Unione e degli Stati membri, inoltre, il Gruppo di lavoro, invita a farvi rientrare le politiche macroeconomiche al fine di garantire la crescita economica, la piena occupazione e la coesione sociale.

Metodo di coordinamento aperto

Il Gruppo esalta la grande utilità che tale tipo di "metodo" ha in tutte quelle aree politiche in cui non esistono strumenti di coordinamento più efficaci. Il Gruppo propone l'inserimento nel trattato costituzionale gli obiettivi di base, le procedure e i limiti del "metodo di coordinamento aperto", in cui anche il Parlamento Europeo e la Commissione dovrebbero avere un ruolo sistematico. Infine, si raccomanda l'inclusione di una disposizione in cui si preveda un ampio processo di consultazione, in particolare delle parti sociali.

Fiscalità

Il Gruppo raccomanda il mantenimento delle competenze dell'Unione nel settore della politica fiscale così come sono definite dagli articoli 93, 94 e 175 del TCE.

Il Gruppo, inoltre, conviene sull'opportunità di apportare modifiche alle procedure decisionali correnti nel settore della politica fiscale. Infatti, esso propone un riavvicinamento delle aliquote e una definizione di norme minime e di basi imponibili nei settori della tassazione indiretta e di quella delle imprese, al fine di garantire il corretto funzionamento del mercato unico. Inoltre, propone che le misure concernenti il mercato interno o la tutela ambientale formino oggetto di voto a maggioranza qualificata in sede di Consiglio; in tal caso, bisognerebbe esplicitare un elenco dei diversi tipi di misure da adottare.

Mercati finanziari

Il Gruppo rileva che sono state attuate tutte le raccomandazioni che la relazione Barone Lamfalussy ha elaborato sulla semplificazione della regolamentazione dei mercati dei valori mobiliari e propone l'estensione di tali raccomandazioni ad altri settori finanziari, inserendo successivamente opportune disposizioni nel trattato, in relazione soprattutto alla possibilità di attribuire al Parlamento Europeo il diritto di avocazione formale così come presentato dal rapporto Barone Lamfalussy.

Questioni istituzionali

A proposito delle questioni istituzionali, il Gruppo sottolinea l'importanza di mantenere l'"Eurogruppo" in quanto esso faciliterà le discussioni tra i paesi partecipanti; inoltre, il Gruppo stesso prevede la non adozione di nessun tipo di misure che possano pregiudicare la possibilità di discussioni informali tra i Ministri delle Finanze, la BCE e la Commissione Europea.

Inoltre, per tutte le decisioni legate alla zona euro, il Gruppo sostiene che esse debbano essere prese esclusivamente dal Consiglio ECOFIN (Consiglio presieduto dai ministri dell'economia e delle finanze dei paesi membri) secondo una formazione che riunisca solo gli Stati membri partecipanti, e che il trattato debba essere modificato di conseguenza.

Riguardo il problema nato in relazione alla questione su "chi" dovrebbe rappresentare la zona euro, il Gruppo rileva la necessità di migliorare l'efficacia degli attuali accordi informali (dovuti alla mancata attuazione delle disposizioni di cui all'art. 111, par. 4 del TCE) relativi alla rappresentanza della zona euro nelle organizzazioni internazionali.

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