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IL CASO DEL POPOLO SAHARAWI

"Il Sahara Occidentale è sottoposto da oltre un secolo a occupazioni illegittime del suo territorio, attraverso la colonizzazione spagnola prima e l’occupazione marocchina poi. Il Popolo Saharawi, una volta resosi indipendente dalla Spagna, ha combattuto una guerra di resistenza contro l’occupazione marocchina, fino a quando l’Organizzazione delle Nazioni Unite ha chiesto un cessate il fuoco, in cambio di un referendum per l’autodeterminazione. Il Marocco, però, non ha mai permesso lo svolgersi del referendum ed ha quindi bloccato il tentativo di mediazione dell’ONU.

Da più di trent’anni, quindi, il Sahara Occidentale rappresenta il terreno di una grave crisi internazionale, sulla quale pesano gli interessi delle grandi potenze occidentali che, per motivi economici, strategici, di sicurezza e di contenimento violento dell’immigrazione, antepongono una solida partnership con il Marocco all’autodeterminazione del Popolo Saharawi. D’altra parte i Saharawi hanno dimostrato di essere un popolo pacifico, anche se in grado di sviluppare una potente azione di resistenza all’occupazione, e di preferire una via pacifica e di mediazione internazionale. Il loro pacifismo, il rispetto delle risoluzioni dell’ONU, il tentativo non solo di sopravvivere nel e al deserto algerino, ma anche di creare una società funzionale ed evoluta, non ingenerano timori di destabilizzazione in Occidente. Per questo motivo, né i governi, né i media europei si interessano di questa grave crisi internazionale irrisolta.

L’Unione europea e l’ONU riforniscono di alimenti i rifugiati nelle tendopoli nel Sahara, ma allo stesso tempo sottoscrivono trattati con il Marocco e, soprattutto, un accordo della pesca che, includendo le acque territoriali del Sahara Occidentale, indirettamente e illegittimamente riconoscono la sovranità marocchina sui territori occupati. Gli stati membri continuano lucrosi affari con il Marocco e la stampa tace, ritenendo evidentemente poco appetibile l’informazione su di una crisi che è, quindi, letteralmente abbandonata al silenzio più assordante.

Attraverso due progetti successivi e grazie alla collaborazione tra vari organismi tra cui, in particolare, il centro Europe Direct Punto Europa di Forlì (Ufficio di informazioni sull’Ue compartecipato dall’Università di Bologna, dal Comune di Forlì e dalla Commissione europea) e il CISP, dal 2006 si sta analizzando in profondità una crisi sulla quale pochissimo è stato prodotto a livello accademico e scientifico. Il lavoro di analisi si è sviluppato attraverso lo studio e la ricerca di alcuni docenti dell’Università di Bologna, sede di Forlì, e l’organizzazione di due corsi extra curriculari (che hanno visto una larghissima partecipazione di studenti universitari e, seppur in misura minore, cittadini dell’Emilia Romagna), attraverso i quali è stato divulgato il frutto di tale lavoro. Inoltre, sono state organizzate due missioni nei campi profughi; la prima aveva quale obiettivo la discussione tra studenti del corso forlivese e studenti universitari saharawi e la messa a punto di una pubblicazione sulla nascita e lo sviluppo della crisi internazionale del Sahara Occidentale. La seconda, invece, aveva quale obiettivo la raccolta di numerose fonti orali e documenti cartacei e fotografici, che permettessero l’avvio di un archivio storico di un popolo che, a causa della costrizione in campi profughi, rischia di perdere la propria storia. Infine si sono realizzate 3 pubblicazioni, un primo volumetto divulgativo, dal titolo "Il sistema internazionale alla prova: il caso del popolo saharawi" e due pubblicazioni di approfondimento scientifico "Il sistema internazionale alla prova: il caso del Sahara occidentale" e "il processo di identificazione per il referendum nel Sahara Occidentale: analisi e contraddizioni"."

Giuliana Laschi, Università di Bologna

Mappa del Sahara Occidentale

Progetto "Il sistema internazionale alla prova: il caso del popolo saharawi"

Progetto "La società italiana per il diritto internazionale: il caso del Sahara occidentale"

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