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Cos'è la Convenzione?

Da dieci anni il processo di integrazione ha subito una straordinaria accelerazione dal punto di vista economico: con il raggiungimento del mercato comune prima e dell'unione economica e monetaria poi, gli stati membri si sono volontariamente privati di poteri sovrani in campi ritenuti fino ad ora cruciali (quali quello monetario) per delegare all'Unione poteri sempre più importanti. Nello stesso periodo, l'UE ha rappresentato per gli stati dell'Europa centro-orientale e balcanica, che si affacciavano alla democrazia, un polo di attrazione non solo economico, ma politico e ideale, fondamentale.

Il risultato di questi due fenomeni è stato una "sovraesposizione" dell'Unione, che ha allargato le proprie competenze a nuovi fondamentali campi dell'agire politico e, contemporaneamente, il proprio raggio d'azione a nuove aree geo-politiche. Tutto ciò è stato fatto grazie al serbatoio di successi economici e politici che l'UE aveva accumulato in passato, ma ha rischiato di appesantire una struttura politica ancora giovane, assai fragile ed incerta, mettendone a repentaglio l'esistenza stessa. Può sembrare paradossale, ma l'UE rischia di soccombere schiacciata dal proprio successo.

Per fare sì che la crisi diventasse, nella migliore tradizione europea, fonte di ispirazione per nuove soluzioni, l'Unione Europea, attraverso le risoluzioni dei Consigli europei di Nizza (dicembre 2000) e Laeken (dicembre 2001), ha deciso di creare un organismo ad hoc, la Convenzione, con il compito di avviare un dibattito costituzionale allargato, che affrontasse alcuni nodi tematici cruciali del sistema comunitario.

Nel febbraio 2002 sono così iniziati i lavori di questo organismo strutturati in tre tappe : ascolto riflessione, proposta, mentre all'interno della Convenzione venivano creati Gruppi di lavoro dedicati all'analisi di specifiche aree di intervento, la società civile orientava il proprio dibattito su questioni alte che possono essere ricomprese in due grandi aree tematiche: quale deve essere la forma istituzionale dell'Europa del futuro? E, ancora, l'Unione ha bisogno di una Costituzione e, in caso di risposta affermativa, quale deve essere il contenuto di questa Costituzione?

Alla radice di queste domande vi è una questione assai profonda: può esistere una carta costituzionale europea senza un demos, un popolo unito da un senso di appartenenza, di cui essa si faccia espressione? Il demos, come è successo nella storia degli stati nazionali, deve precederne la redazione? Non è vero forse il contrario, ovvero che, nel caso europeo, sarà la carta ad esser tappa fondamentale per la creazione di un demos che non avrà, né vuole, né può avere, una connotazione nazionale, bensì sovranazionale e pluralista?

Sono queste le domande fondamentali che agitano il dibattito odierno della Convenzione. E' un'occasione unica ed irripetibile per prender parte alla "storia nel suo farsi". La conoscenza è, così come spesso capita, la chiave di volta per partecipare a questo momento formativo dell'Europa del futuro. Il sito del Punto Europa sulla Convenzione vuole essere un contributo concreto ad una fase cruciale della crescita democratica dell'Unione.

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