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"Quale ruolo può giocare l'UE nella ridefinizione strategia dell'Emilia Romagna?"
"Quale ruolo può giocare l'Emilia Romagna nella ridefinizione istituzionale dell'UE?"

Il networking regionale è considerato la forma di intervento regionale più consona alla nuova logica della governance europea, laddove l'accento è posto non tanto sulla necessità di un rafforzamento della natura statuale dell'UE, ma sulla necessità di aprire il processo decisionale europeo ad attori rilevanti che non siano gli Stati (poteri locali, associazioni interregionali, ecc.).

La prima alternativa è di tipo istituzionale e consiste o nel rafforzare il ruolo e i poteri del Comitato delle Regioni o nel riconoscere uno status speciale in seno all'Unione alle Regioni dotate di poteri legislativi. Tuttavia riteniamo che dal punto di vista istituzionale, al momento, non potranno esserci significativi cambiamenti, in particolare per due motivi:

  • diversi Stati, tra cui anche l'Italia, sono contrari al riconoscimento di uno status speciale per le Regioni con poteri legislativi;
  • l'allargamento dell'UE ai Paesi dell'Est comporterà un aumento del numero delle Regioni rendendo ancora più complessa una classificazione delle Regioni in base ai loro ruoli e poteri a livello nazionale ed europeo.

La seconda alternativa (che attualmente ci pare la più realizzabile a breve termine) è quella del lobbismo. Esso può essere svolto dalle Regioni tramite la loro adesione ad associazioni a carattere regionale oppure tramite relazioni bilaterali con singole Regioni. Questa è la strada già intrapresa dalla Regione Emilia-Romagna che partecipa a diverse associazioni interregionali ed ha instaurato rapporti di collaborazione in particolare con tre Regioni europee: Land Hessen, Comunità Valenciana, Pays de la Loire.

Le attività internazionali della Regione Emilia-Romagna non si basano tanto su "azioni d'immagine" o mediatiche, ma su un approccio pragmatico che segue la logica della geometria variabile: in base a tale logica, si collabora con quelle Regioni con cui, più di ogni altra, si riescono ad individuare settori di comune interesse, che permettano di porre in essere una sorta di "cooperazione rafforzata" tramite azioni comuni di intervento concreto.

La ricerca e i materiali collegati sono liberamente consultabili presso il Punto Europa o, in versione ridotta qui sotto.
[Tutti i file sono in formato pdf, resi accessibili attraverso le guidelines di Adobe]
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  • Parte 1 Schema del progetto (29 KB)
  • Parte 2 Emilia Romagna e Convenzione (179 KB)
  • Parte 3 Regioni e regionalismo in Europa (241 KB)
  • Parte 4 Associazioni, a livello europeo, di enti territoriali di cui è membro l'Emilia-Romagna e relativo ruolo al loro interno (154 KB)
  • Parte 5 Programmi finanziati con i fondi comunitari promossi dalla Regione Emilia Romagna per l'incremento dei rapporti interregionali (82 KB)
  • Parte 6 Confronto con i partner europei della Regione Emilia Romagna (Hessen, Pays de la Loire, Comunità Valenciana). (274 KB)
  • Parte 7 Conclusioni (22 KB)
  • Parte 8 Fonti (42 KB)

La ricerca si è dapprima confrontata con alcune questioni preliminari:

  • Confronto tra performance dell'Emilia Romagna e performance delle istituzioni strutturalmente o funzionalmente analoghe in Europa
  • Individuazione del ruolo che l'Emilia Romagna potrebbe giocare nel processo di ridefinizione istituzione dell'Unione Europea.
  • Individuazione dei settori strategici di sviluppo dell'Emilia Romagna per il futuro e rapporto con l'Unione Europea di questi settori.

È giunta ad individuare la via del networking regionale come miglior strategia d'azione all'interno del nuovo contesto della governance europea e ad analizzare le vie di realizzazione razionale di tale strategia.

La via istituzionale è estremamente improbabile sul medio e breve periodo, a causa dell'opposizione di diversi stati e dell'imminente allargamento europeo che aumenterà esponenzialmente il numero di regioni.

Rimane la strada del lobbismo, cioè dell'adesione ad associazioni a carattere regionale e dell'istituzione di relazioni bilaterali con singole Regioni, in modo da acquistare una certa forza decisionale e di pressione. Si tratta di una strada già intrapresa dalla Regione Emilia-Romagna.

Si tratta di una strategia non tanto d'immagine o mediatica, quanto basata su un approccio pragmatico. Quanto fatto finora andrebbe rafforzato, in particolare in settori chiave come l'energia, l'ambiente e i trasporti; la R&S e la sicurezza dei cittadini (es. l'integrazione degli immigrati) previa analisi più accurata.

La ricerca è stata notevolmente apprezzata da amministratori e funzionari pubblici, politologi e docenti universitari, nonché da studenti e cittadini interessati alla materia.

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